
Articolo del 18 Dicembre 2015
Qual è il tempo giusto per correre una maratona in salute? In quanto tempo avete corso l’ultima? Non ne avete mai corsa una? Quale pensate possa essere il vostro tempo? Qual è il senso del tempo in una gara come questa?
Quante domande! Proviamo a dargli un senso.
Qualche mese fa una conoscente mi raccontò, piuttosto fiera, la storia del fratello di 40 anni che aveva corso la sua prima maratona. Non si era allenato, pesava 103 chili e ci aveva impiegato quasi 6 ore. Bravo. Bravo?
Questa impresa gli aveva fatto bene? Io non credo. Certamente non fisicamente in quanto aveva esposto il suo pesante corpo ad un evento prepotentemente traumatico, probabilmente al suo ego, anche se affrontare una sfida senza la giusta preparazione significa vincerla a metà.
In seguito a questa storia ho cercato di focalizzare i motivi per cui è necessario allenarsi, pensando che prima o poi avrei visto l’impavido runner e gli avrei dovuto dire qualcosa di sensato…
Perché il concetto “la maratona è una grande impresa alla portata di tutti” di Baldini non significa certo partire all’arrembaggio, ma gestire le proprie risorse al meglio per raggiungere il proprio personale obiettivo.
Credo che ci siano però anche degli obiettivi generali, che possano guidare tutti:
- il divertimento grazie alla bellezza della corsa
- i benefici fisici generali e specifici dell’apparato cardio-circolatorio e del cuore che l’allenamento alla gara porta con sé.
Il cuore di base utilizza acidi grassi, poi glucidi, proteine e acido lattico.
Il maratoneta allena il proprio metabolismo all'utilizzo maggiore di acido lattico che è il combustibile ideale.
Il rischio nel poco allenato è che l'acido lattico si accumuli e gli idrogenioni in eccesso entrino nelle cellule e ne abbassino il PH. Ciò può innescare aritmie, anche maggiori, fino alla morte improvvisa.
L'allenamento, inoltre, serve ad armonizzare il rilascio e la cattura del calcio intracellulare (serca e fosfolambam), favorendo la contrazione ed il rilassamento del cuore.
La cellula cardiaca, inoltre, è calcio dipendente.
In verità dunque sarebbe necessario addirittura allenarsi bene per gustare a pieno l’essenza della maratona!
Ma cosa significa allenarsi bene?
L’allenamento deve risultare personalizzato e conservativo. Personalizzato in quanto armonizzato con la quotidianità e gli impegni di ciascuno e conservativo per garantire l’usura minima indispensabile.
La corsa, così somministrata, può diventare un elisir di lunga vita!
Questo modello di allenamento a mio parere dovrebbe indirizzare la scelta dell’obiettivo individuale e il lavoro per raggiungerlo. Che dire… buon allenamento!
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