
Articolo del 2 Agosto 2016
Quando si fa triathlon uno degli aspetti da mettere in conto è il nuoto in acque libere. Nulla è più emblematico del momento in cui ci si trova davanti all'acqua per partire. Di fronte solo l'orizzonte. In quel momento bisogna essere pronti a tutto, ma soprattutto pronti a nuotare in un ambiente di solito poco famigliare, spesso privo di riferimenti, qualche volta apparentemente ostile.
Qualche giorno fa siamo andati al lago di Ledro con alcuni amici e gli "allievi" della Scuola di triathlon della Calypso di Bibbiano, per alcuni di loro era la prima esperienza in acque libere, per altri la prima nel lago. Insomma un'occasione per ripassare alcuni aspetti fondamentali dell'allenamento del triathlon, qualunque distanza ci si appresti a preparare. Nuotare in mare o nel lago non è come nuotare in piscina e, anche se può sembrare scontato, spesso si sottovalutano gli effetti psicologici e fisici che le acque libere portano inevitabilmente con sé. Ecco allora un piccolo e semplice vademecum da leggere con attenzione per i neofiti, ma utile credo anche a chi neofita non è più.
La preparazione del nuoto in acque libere
Hai preso su tutto l'occorrente? I triatleti sono abituati a doversi ricordare mille cose, quindi non avrai problemi:
- Muta: ci avrai litigato e ci litigherai le prime volte, ma sai che è un'alleata indispensabile. Ti fa galleggiare, scivolare meglio e una volta presa confidenza con la sua apparente rigidità ne apprezzerai tutti i benefici.
- Occhialini: ricorda che quando si nuota in acque libere potresti avere il problema del sole in faccia, o al contrario di nuotare in condizioni meteo avverse e quindi con scarsa luce. Esistono occhialini studiati ad hoc, che ovviamente da soli non ti rendono un pesce, ma sicuramente ti aiuteranno.
- Vaselina: ricorda che è fondamentale per ridurre l'attrito della muta nella zona del collo (evitando spiacevoli abrasioni) ma soprattutto per facilitare lo scivolamento della muta nella zona di braccia e gambe nel momento in cui dovrai toglierla.
- Cuffia: il giorno della gara nuoterai con la cuffia ufficiale che ti fornirà l'organizzazione, ma in allenamento non dimenticarla. Anzi, in caso di nuoto in laghi di montagna con temperatura molto bassa può essere utile averne due per aumentare l'isolamento termico.
- Boa: soprattutto se nuoti solo, ricordati di portare con te una boa (la trovi nei negozi specializzati e online). Un modo semplice per aumentare la tua visibilità in acqua ed evitare spiacevoli inconvenienti!
Ingresso in acqua
Sopratutto se non nuoti abitualmente in acque libere l'ingresso in acqua è il momento più delicato. La temperatura spesso piuttosto bassa, la mancanza di riferimenti, l'acqua scura sono fattori che non vanno sottovalutati. Spesso capita che nuotatori esperti si buttino e comincino subito a nuotare, come se fossero in piscina, per poi andare in panico dopo i primi 100 metri. La mente cerca riferimenti noti e rasserenanti, non avendola preparata ad altro, ma non può trovarli in acque libere e rischia il panico. L'acqua è fredda, quasi sempre più fredda della piscina, scura e non c'è nessun riferimento spaziale né per la direzione, né per misurare lo spazio percorso. Sembrano sciocchezze, ma non lo sono affatto. Ovvio che è tutto è superabile con qualche semplice accorgimento. Iniziare ad esempio con semplici esercizi di galleggiamento sia supini che proni, fare qualche immersione per prendere familiarità con l'acqua, studiare il campo di allenamento per trovare riferimenti che ci guidino nell'allenamento.
Alcuni esercizi per il nuoto in acque libere
Di solito non capita tutti i giorni di nuotare in acque libere, quindi è bene fare esercizi specifici che sfruttino al massimo il potere allenante del momento.
- Nuotata semplice verso un obiettivo: concentrarsi su un punto e tentare di raggiungerlo mantenendo la direzione. Alternare con regolarità le bracciate a momenti in cui guardiamo il nostro obiettivo (ci sono diversi modi per farlo, io consiglio ai meno esperti di fare una bracciata a rana, agli altri di sfruttare il momento della respirazione).
- Nuotata in scia: se non siete soli, sfruttate la cosa per nuotare in scia dandovi il cambio e cambiando ogni tanto direzione. Questo è uno degli aspetti particolari del triathlon, la possibilità di nuotare in scia, ed è utile saperne sfruttare il vantaggio.
- Nuotata in gruppo: anche in questo caso, se vi è possibile, nuotate in gruppo. Spesso in gara ci si deve abituare a nuotare in mezzo alla ressa e arrendersi agli inevitabili contatti. Essere pronti almeno all'idea di essere in mezzo alla mischia può aiutare.
- Nuotata con cambio direzione: il lago e il mare hanno delle correnti che influiscono nella nostra nuotata, fate attenzione a come cambia la vostra efficacia e la capacità di tenere la giusta direzione al variare della corrente. Anche questo vi aiuterà a gestire la gara.
E per finire...
Quando uscite dall'acqua ascoltate il vostro corpo e gestite le sensazioni. Quel momento in gara è cruciale. Passare dalla posizione orizzontale in galleggiamento a quella eretta fuori dall'acqua è impegnativo. La testa gira, le gambe traballano... tutto regolare! Basta allenarsi anche a questa sensazione e sarà sempre meno evidente. Poi via la muta... e pronti per la bici!
Grazie, utilissimi
Hai parlato degli aspetti psicologici e pratici di cui tante volte non si parla. Grazie