
Articolo del 18 Settembre 2016
Diventare un Ironam: come diceva qualcuno "se puoi sognarlo, allora puoi anche farlo". Ma non è esattamente così, perché i sogni, come gli Ironman (e non è un caso!) si misurano sulla lunga distanza. Quello che trasforma un sogno in un obiettivo è sì la data, ma soprattutto la nostra forza di spendere le energie per una causa, la nostra capacità di soffrire, la nostra caparbietà nel non mollare.
Ecco perché voglio raccontare la storia di Antonio, che per gli amici è Spino o Spinone, un punto di riferimento per tanti che fanno sport qua a Reggio: triathlon, ma non solo, perché lui è anche un gran ciclista e un gran podista. Soprattutto è una persona che ha fatto dello sport il meglio che se ne possa fare: uno strumento per migliorare la sua vita e quella delle persone vicino a lui. Siamo anche amici, ma questo ora c'entra poco o nulla. Perché Spino è uno dei miei atleti, soprattutto lo è oggi che è ad una settimana dal suo primo Ironman, che non sarà uno a caso, ma l'Elbaman, probabilmente la full distance più dura d'Europa, una gara tostissima, una gara che non per tutti. Per lui sì!
Fino allo scorso anno Spino aveva fatto solamente sprint e olimpici. 46 anni, una vita da sportivo, dopo che da ragazzo si era reso conto di dover invertire la tendenza che lo stava vedendo ingrassare e poltrire. Quando le persone sanno prendere in mano la propria vita e trasformarla in qualcosa di migliore sono speciali. Era la prima volta forse che lo faceva. Ma proprio ieri ho sentito Velasco ripetere un concetto che è uno delle mie convinzioni di sempre "Le difficoltà rendono migliori" e diciamo che Spino ne ha affrontate più di una nella sua vita, e non solo negli ultimi anni, anche se il suo sorriso sempre acceso e la sua disponibilità inesauribile le nascondono molto bene ai meno attenti. O, forse, proprio per quello che ha passato il suo sorriso brilla così!
Ma siamo qui a parlare di un Ironman. Non distraiamoci. Dicevamo che Spino viene dal ciclismo amatoriale, prima dei 30 anni faceva qualcosa come 10-12.000 km all'anno di bici, che a livello metabolico, tecnico e mentale fanno certamente la differenza. Poi è arrivato il podismo e da lì al duathlon il passo è stato breve.
"Ma poi scusa quando sei passato a fare triathlon?" gli ho chiesto una volta.
"Quando ho visto che il triathlon è più figo!"
Spino è così: sceglie i sogni e dopo si attrezza per raggiungerli. Ai ragazzi della scuola di triathlon, che spesso litigano con il nuoto e che vedono in lui un esempio da seguire, raccontiamo sempre della sua prima gara, a Bagnolo, quando camminò per tutta la frazione di nuoto. Perché Spino prima ha scelto di fare triathlon e poi si è rimboccato le maniche per imparare a nuotare. Il cuore oltre l'ostacolo.
Quest'anno ha pensato di fare un Ironman, o meglio ha pensato di fare un mezzo, ma Marina, sua moglie e compagna di sport, gli ha detto "Perché non fai il full quest'anno? Dai... che sicuramente quest'anno possiamo godercelo in pieno". Perché Marina, non è un segreto, è reduce da un tumore ovarico, e chi la conosce sa che è un'altra meravigliosa guerriera. Ma a volte quando la vita entra così a gamba tesa a cambiarti i piani, è normale sentire accendersi un timer. Quindi il proposito è cambiato e l'Elbaman è diventato un obiettivo. Una distanza da raggiungere, la propria donna da abbracciare al traguardo. Un lungo percorso da affrontare.
Siamo qui, ad una settimana dalla gara, quello che dovevamo fare è stato fatto. La cosa che più mi ha colpito di Spino, la cosa che gli ha permesso di fare un percorso eccezionale di allenamento, è stata la sua umiltà. Perché la sua disciplina e la sua "professionalità" sportiva sono certamente i pilastri su cui ha fondato la sua performance, ma sono sicuramente la fiducia e l'umiltà che gli hanno dato quella marcia in più. Quando abbiamo iniziato la preparazione gli ho chiesto di fidarsi, di iniziare a considerare il triathlon un unico sport a discapito delle sue discipline principe. Ho letto un attimo di perplessità nei suoi occhi, ma poi, nonostante le sue buone conoscenze sportive, o forse proprio grazie a quelle, si è lasciato guidare come pochi hanno fatto fino ad ora.
Qualche giorno fa, a cena, qualcuno gli ha chiesto della gara e lui:
"Quando penso alla gara penso che sarà dura, poi penso che ho fatto tanto, che ho sensazioni positive. Certo non ho esperienza e penso che possono capitare cose che si scoprono solo quel giorno lì. E poi c'è l'aspetto psicologico... Ma io sono uno tosto e questo mi gioca a favore. Non vedo l'ora che sia il 25."
Un Ironman, per le caratteristiche che lo contraddistinguono, è una gara difficile da prevedere, soprattutto la prima volta. Il fattore tempo gioca un ruolo cardine, ma Spino ha fatto un mezzo capolavoro in questi mesi e grazie alla sua costanza e alla sua dedizione nel rispettare gli allenamenti ha ridotto al minimo le possibilità che accadano cose fuori dal suo controllo. Perché il senso di controllo è fondamentale per compiere tutte le grandi imprese e il senso di controllo si costruisce con l'allenamento. Quando è serio, costante, prolungato, giusto. Io so come andrà questa gara e allo stesso tempo non posso saperlo fino in fondo. Sono certo che la vera bellezza di ogni viaggio è il viaggio stesso e questo viaggio noi l'abbiamo vissuto al meglio. E come allenatore oggi sono davvero orgoglioso, della sua crescita e dell'esempio che è stato per tutti quelli che l'hanno visto in questi mesi sudare, faticare, ridere, lavorare. Ogni giorno.
Domenica sera, sotto quel traguardo, dopo i 3.8 km in mare, i 180 km durissimi in bici, dopo la maratona che inizia quando tu vorresti finire, Spino sarà un Ironman e quello orgoglioso dovrà essere solo lui. Io sarò lì da amico a godermi finalmente tutta la gioia che si sarà conquistato bracciata dopo bracciata, pedalata dopo pedalata, passo dopo passo.
Conosco da solo 1 anno Spinone, ma le parole che hai scritto sono veramente la realtà.
Un grosso in bocca al lupo a lui che più di tanti si merita di portare a termine questa impresa, e complimenti a te che hai saputo prepararlo al meglio.
Massimo
Grazie Massimo!
Spinone si merita tutta la soddisfazione e la gioia che proverà domenica. Rimarrà un grande amico, è stato un atleta di cui andare davvero orgogliosi. Tutti a fare il tifo per lui!
Ciao Antonio…amico sincero e compagno di mille battaglie….oggi coroni un sogno..,mille altri ce ne sono da realizzare…ricordi a 50 anni dobbiamo fare un Ironman insieme…io ne sono convinto….ora goditi la fatica e la gioia di giungere a una grande mèta…God bless you…?