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Gabriele Torcianti

Sport e Salute: Prevenzione, Riabilitazione e Allenamento

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Quando a 50 anni ti regalano una bici. La storia di Renato (Ghiraldo).

Articolo del 19 Agosto 2018

È iniziato tutto con una bici. È iniziato tutto a 50 anni. Era il 2014.

A sentirlo parlare oggi Renato è difficile immaginarselo il giorno di quel compleanno. Pesava più di 110 kg (questo è l’ultimo peso che ha avuto il coraggio di leggere sulla bilancia), dedicava tutta la vita al lavoro e il medico gli aveva iniziato a prescrivere le pastiglie per la pressione. Lui aveva chiesto: “Va bene, per quanto tempo?”

“Per sempre” era stata la risposta.

È iniziato tutto con una bici, a 50 anni. Perché anche a 50 anni le cose possono iniziare o ricominciare. È iniziato tutto con una frase di quelle che ti fanno scattare qualcosa dentro, anche se ancora non lo sai: “Per sempre”.

La bici arrivò grazie ad una persona speciale, sua nipote che lui aveva visto nascere e che crescendo si era trasformata in una donna, un’amica, una che è fatta a modo suo ma che se hai voglia di parlare con qualcuno chiami lei. E fu lei a convincere la famiglia a regalare una bici allo zio. Era una city bike, e rimase in garage per mesi.

Poi arrivò la primavera e la prima uscita: 10 km. Sembravano 2000, una cosa difficilissima. Ma bella, bella davvero. Da non potersi più fermare. 20, 40… E subito la voglia di viaggiare. Gli tornò alla mente quel viaggio fatto a Capo Nord subito dopo la maturità, si ricordò che aveva incontrato dei ciclisti.

Il mio primo viaggio in bici

Era il 2014, era agosto e Renato partì per il suo primo viaggio in bici. Direzione Austria. Munito dei suoi 100 kg e senza nessun equipaggiamento tecnico. C’è una salita su quella strada, sono 25 tornanti. Non scorderà mai che il cuore sembrava prendere fuoco mentre cercava di raggiungere la cima pedalata dopo pedalata sulla sua city bike. Il cuore bruciava, bruciava davvero, ma lassù ci arrivo.

Oggi, ogni volta che sale su quella stessa strada pensa a quel momento, pensa che se ce l’ha fatta allora può farcela sempre.

Ci è voluto un anno perché tornasse sulla bilancia. Man mano che i pantaloni si facevano troppo larghi apriva l’armadio e tirava fuori quelli vecchi. Così, a ritroso, tornava a vestire gli abiti dell’uomo che era stato, come se non fosse un uomo nuovo. 89 kg e una mamma che si iniziava a preoccupare del peso che scendeva. Eh sì… la mamma è sempre la mamma.

Nel 2016 tornò dal dottore, per fare almeno gli esami, per controllare che il nuovo passo che stava prendendo il suo corpo fosse quello giusto. Neanche a dirlo: esami perfetti. Ma la cosa più sorprendente era che mentre Renato cambiava, il mondo sembrava cambiare insieme a lui. I rapporti miglioravano, i problemi al lavoro prendevano la giusta misura, le persone sembravano considerarlo molto più di prima.

Km dopo  km, viaggio dopo viaggio

A quel viaggio in Austria del 2014 ne seguì subito un altro. Poi un altro l’anno dopo. Ogni anno qualche km in più, ogni viaggio qualcosa da imparare. Sul mondo della bici, sui materiali, sulla strada, su sé stessi.

E per ogni obiettivo, per ogni strada, ci sarebbe un aneddoto da raccontare. Come quando provò a fare il percorso della 3 confini, approfittando del ponte del 2 giugno e della sorella offertasi di fargli assistenza in auto. 11 salite in 36 ore. Verso la fine, erano le 2 di notte, la crisi, ne mancavano 3. Strinse i denti fino alla mattina ma pioveva e lui arrancava sulla decima. “Se continua a piovere, l’ultima non la faccio”

Alla fine della decima salita una curva. E il sole.

È arrivato anche il viaggio a Capo Nord. Anzi ne sono arrivati 2, perché dopo esserci andato nel 2016, ci è tornato facendo la NorthCape4000 nel 2017. Una gara in solitaria, 10 nazioni da attraverare più di 4000 km senza supporto. Lui, Renato. L’uomo che era sempre stato e l’uomo nuovo che era diventato. È arrivato così anche il momento di imparare a viaggiare di notte, di perfezionare l’equipaggiamento, di allenarsi sul serio senza lasciare nulla al caso. Tutto grazie ad una bici.

Perché la bici è così. Piena di imprevisti, salite da togliere il fiato, cadute, segni del destino, sole dopo la pioggia, gioie inaspettate. La bici è così. Come la vita.

Cosa significa per me allenare Renato

Renato va in bici solo dal 2014 e ha già fatto imprese che spesso non si fanno in una vita. Io ho avuto l’onore di conoscerlo un paio di anni fa. Avevo lanciato un programma di allenamento per la preparazione del Challenge Rimini (un triathlon su distanza mezzo Ironman) e lui chiese informazioni. “Non so nuotare, vado in bici e credo di non aver problemi a correre”. Renato è di Udine, noi di Reggio Emilia. Il giorno dopo esserci sentiti, Renato fece il bonifico per confermare l’iscrizione e due settimane dopo era con noi a Reggio in piscina.

Non sapeva nuotare. Era vero. Mi voltai verso Giovanna, eravamo entrambi in piedi sul bordo vasca, e dissi: “Quando Renato taglierà il traguardo lo so che piangerai!”  Perché lei è così, e perché Renato è una persona speciale. Una persona che facendo insegna, che pedalando parla, che cambiando trasforma il mondo.

Perché nel mondo c’è molto più bisogno di obiettivi che di sogni e Renato sa darsi obiettivi e sa impegnarsi al massimo per raggiungerli.

Renato è arrivato al traguardo del Challenge di Rimini nel 2017 e quest’anno il suo obiettivo è ancora più alto: l’Ironman Full Distance di Cervia. Nel frattempo ha fatto la Race Across Italy e la Transdolomitics Way.

In questi casi il compito dell’allenatore è mettere in campo molto conoscenze differenti e farle lavorare in sinergia, non superare la linea sottile dell’over training e non interferire troppo nella vita dell’atleta. Il compito più arduo come sempre, però, spetta all’atleta, che deve fidarsi, motivarsi senza sosta ed eseguire una mole di lavoro costante e crescente.

Manca poco al prossimo obiettivo: Ironman Cervia 2018

Sembra passata una vita da quel 2014… ma manca solo un mese ad una nuova start line. Renato ha 54 anni, oggi pesa 68 kg e va in bici solo da 4, da quando ne pesava 110 di kg. Il 22 settembre ci sarà l’Ironman di Cervia: 3.8 km di nuoto, 180 di bici, 42 di corsa. Che poi in fondo è solo un nuovo obiettivo sul cammino di un sognatore che sarà difficile da fermare. Perché l’Endurance è un ritmo del cuore. E il cuore di Renato ora batte così.

Per sempre.

E io so che il meglio deve ancora venire.

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Archiviato in:storie, Training

Commenti

  1. Nearco dice

    20 Agosto 2018 alle 07:55

    Renato è una grande…. un leone dai modi gentili…bello leggere la sua storia.
    Il mio miglior in bocca al lupo per Cervia

    Rispondi
    • Gabriele dice

      20 Agosto 2018 alle 08:14

      Renato è un grande esempio di come si possa cambiare la propria vita e renderla migliore. Non è il solo! 😉

      Rispondi
  2. igor dice

    20 Agosto 2018 alle 10:24

    Renato sei un mito… è bello averti in squadra. E Gabriele… tu sei super.

    Rispondi
    • Gabriele dice

      20 Agosto 2018 alle 10:38

      L’unione fa la forza! Credo che dietro una grande impresa solitaria ci sia l’impegno, l’energia o anche solo l’affetto di tante persone. Questo è il bello! Alla fine è sempre un gioco di squadra.

      Rispondi
  3. Vinicio dice

    21 Agosto 2018 alle 14:51

    Mi domando ma di lavorare a smesso?

    Rispondi
    • Gabriele dice

      21 Agosto 2018 alle 14:56

      Ciao Vinicio!
      Renato non ha smesso di lavorare, anzi è come prima responsabile tecnico di un deposito di gas GPL. 🙂 Si allena la mattina prima di andare al lavoro e la sera, oltre che nei week-end. Per compiere le sue piccole grandi imprese utilizza i giorni di ferie.

      Rispondi
  4. Maurizio zanforlin dice

    24 Agosto 2018 alle 04:53

    Grande Renato
    In bocca 👄 al lupo 🐺
    Come ti capisco, la tua storia è anche la mia fatta di continuità e caparbietà 💪

    Rispondi
    • Gabriele dice

      24 Agosto 2018 alle 16:25

      Complimenti anche a te allora! E buon allenamento!

      Rispondi
  5. Carmelo dice

    19 Settembre 2018 alle 21:35

    Complimenti a Renato, ho avuto l opportunita di conoscerlo e da come andava in bici pensavo si allenasse da una vita!! Invece scopro solo ora che si allena solo da 4 anni…complimenti!
    E COMPLIMENTI al coach Gabriele perche e’ un allenatore competente, motivatore sopraffino e narratore veicolo di emozioni… grande coach! E’ un onere!

    Rispondi
    • Gabriele dice

      20 Settembre 2018 alle 06:39

      L’onore è mio! Senza dubbio.

      Rispondi
  6. Fabio dice

    12 Luglio 2020 alle 14:36

    Grande Renato complimenti davvero🔝

    Rispondi

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