
Articolo del 20 Aprile 2019
Ogni tanto parlo di voi, i miei atleti. Lo faccio perché siete una fonte inesauribile di ispirazione. Perché le vostre storie devono essere conosciute, perché quando faccio lezione in azienda la gente mi dice: “Certamente quello lì, che ha preparato un Ironman, non lavora come me.”
Invece sì, chi si mette in marcia verso un sogno, spesso ha tutti i limiti che hanno gli altri, a volte persino qualcuno di più, ma ha una volontà di ferro, quella volontà che lo fa svegliare presto la mattina, bere meno birra, dedicare la domenica all’allenamento.
Nearco: il triathlon e non solo.
Nearco dice di non aver nulla di speciale da raccontare, appunto… Un po’ è vero, un po’ no. Ci vuole andare in punta di piedi, la sua è la storia di uno che ha iniziato a lavorare presto in un settore in cui non c’erano orari, la ristorazione, uno abituato a dare il 100%.
“Mi hanno insegnato a dare tutto quello che ho e un po’ di più, non solo nello sport. Ci sarà sempre qualcuno che andrà più forte, ma tu devi dare tutto.”
Nearco ispira fiducia e simpatia, ha fatto passi da gigante in questi mesi, ma quando gli fai un complimento si imbarazza.
“Non è tutta farina del mio sacco lo so… c’è mia moglie, la mia famiglia, il preparatore e il nutrizionista. Non vedo niente di speciale in me. Mi piace allenarmi. Quando mi concentro su una cosa, sono un orso.”
Ma alla fine non basta il gusto di allenarsi e in più l'allenatore e il nutrizionista solo degli strumenti. Una cosa però è vera: le cose grandi si possono costruire solo insieme agli altri.
“Lo sport di Endurance è anche questo, spazi di silenzio in cui trovi cose da raccontarti.”
Dice Nearco, che ha sempre avuto la passione per i pompieri. Passione che è rimasta lì per anni. Quasi dimenticata. Aveva fatto domanda all’epoca del servizio militare ma poi finì nell’esercito.
Dal 99 al 2013 ha fatto il volontario e nel frattempo è uscito il concorso. Un concorso per cui si è preparato tanto, anche se ora, ora che è in forma e fa triathlon, a pensarci le prove che affrontò gli sembrano banali.
“Ho sempre avuto una passione per gli sport di resistenza, mi piaceva il triathlon, ma era come se la gente mi dicesse: Dove vuoi andare? Sei un bidone, non hai il fisico! Poi ci fu un episodio di svolta. Perché la vita ci regala questi preziosi momenti di consapevolezza. Tentai di entrare nel nostro corso sommozzatori, potevo fare le selezioni, mi ero preparato un po’ e ho preso la smusata terribile, come all’Olimpico di Avigliana. Li mi sono reso conto che forse fare le cose da soli non è sempre la soluzione migliore. Forse oggi le supererei ma sono fuori età. Non era destino che facessi quella vita”
Nearco lavora nella centrale di Torino, ci sono i turni, gli interventi, le notti… Allenarsi per lui è difficile. Difficile ma non impossibile.
“Se riesci ad organizzarti può anche avere dei vantaggi a lavorare coi turni. Io però faccio l’autista e ho la responsabilità del mezzo e delle persone. Poi ci sono situazioni limite: incendi, terremoti… Per il terremoto sono stato in servizio 37 ore senza mollare. Tu hai sonno ma li c’è gente che non ha più niente. E’ molto diverso. E lì ti senti veramente in difficoltà… mi sono chiesto: cosa ci sto a fare qua? Lì trovi tanta forza per quando non ne hai. Ero vicino a Macerata a capodanno a meno 25 gradi sui tetti… ma lì c’era gente che non aveva più la casa, non aveva più il lavoro. Che cos’è avere freddo?”
Nearco ha subìto anche una trasformazione fisica, come spesso accade in questi casi.
“Quando ho fatto il concorso dei sommozzatori anche mio padre doveva perdere peso per via di un intervento. Mi sono visto in una foto e ho pensato: la gente si deve fidare di me, non può pensare che non la posso aiutare. Li ho deciso che doveva cambiare qualcosa.”
Nearco intrappolato nella sua routine era arrivato a pesare 104 (è alto 1,72). Prima di trovare una brava nutrizionista e poi me sul suo cammino, ha trovato forza e motivazione dentro di sé.
Il maestro arriva quando l’allievo è pronto.
Qualcosa è cambiato in lui e poi nella sua vita, è cambiato anche grazie allo sport.
“Sono riuscito a trovare tutti gli spazi che non credevo di avere. Fatico come una bestia... ma cazzo me la godo. Quella sensazione di riuscire a fare qualcosa di enorme nel mio piccolo. In quel momento sono il più figo del mio mondo. Sapere che oggi hai fatto questo, ma che puoi migliorarlo. Pensi che potresti dormire quando suona la sveglia invece prendi e vai in bici. Smonti da notte, non hai voglia ed entri in acqua a fare 4000 metri. E’ difficile da descrivere, è un brivido.”
Chissà cosa pensa ora la gente quando lo vede arrivare in divisa...
“Sono sempre stato orgoglioso del mio mestiere, so di apparire diverso ora, ho perso quasi venti chili, ma se mi chiedessero di proiettarmi contro un muro disegnerei il ciccione di una volta.
Ora posso fare 4 o più piani senza faticare con gli attrezzi, sono contento, ma se devo scegliere preferisco stare dietro.
Sul piano fisico nel mio lavoro non c’è più nulla che penso di non riuscire a fare. Prima alzarmi e andare da qualche parte di corsa era faticoso.
Noi arriviamo in momenti di emergenza. Quando le persone ti vedono arrivare le persone ti guardano e la loro tranquillità dipende anche da come appari. Sono orgoglioso del mio lavoro.”
Stare meglio ti permette di essere anche più razionale. E la testa è fondamentale.
“Ho fatto 3 gare la scorsa stagione: Candia è stata la realizzazione. Al via ho detto: Cazzo, lo sto facendo. E’ stato un traguardo partire. E' una gara che per sempre sarà la mia gara.
Poi avevo fatto Avigliana (olimpico) sull’onda e li ho preso una legnata, giornata storta, caldo bestiale, ci sono arrivato sfinito. Era una situazione che non avevo previsto. Sono arrivato camminando e questo mi ha demotivato al massimo. Poi gli altri mi hanno dato un’altra visione: Gabriele, Betty, il mio amico che era lì. Pensa a dove sei partito.”
E il fallimento è spesso la migliore delle ripartenze e così è stato. Le lezioni di nuoto, nuovi obiettivi. Una nuova forza. Una mente più forte. E una stagione tutta da costruire. Siamo alle porte di un nuovo esordio, una nuova distanza, un nuovo sogno. Siamo, perché sotto quel traguardo c'è posto solo per Nearco, ma tanti saremo con lui.
Complimenti 🌹