
Articolo del 30 Giugno 2019
Uomo e donna: chi è più forte? Chi va più veloce? Chi è maggiormente resistente?
Qualche giorno fa mi sono sorpreso nel sentire di una lite poco più che adolescenziale tra due tennisti famosi di sesso opposto: Serena Williams e Dominik Thiem. L’oggetto della discussione è stato il comportamento poco rispettoso di Serena a scapito di Dominik nella conferenza stampa post match di uno degli slam più affascinanti e meglio organizzati al mondo, il Roland Garros. Non c’entrava lo sport (il contendere era il tempo a disposizione in conferenza stampa) e non è stato nulla di apocalittico, ma questo piccolo diverbio mi ha riportato alla memoria che proprio questo sport da sempre ha cercato di valutare e pesare la performance degli atleti, quindi dei generi, mettendo in rotta di collisione uomini e donne sul campo da tennis.
Uomini vs donne: il caso del tennis.
Paragonare la performance di uomini e donne utilizzando il tennis ha senso? Certamente è difficile farlo in uno sport in cui le performance di genere non si incrociano mai. ATP (circuito maschile) e WTA (circuito femminile) sono separati e partoriscono classifiche specifiche. I giornalisti specializzati, gli appassionati ed i buontemponi che vi ruotano attorno hanno da sempre sperato fosse possibile il confronto, fino a proporre a più riprese in quasi tutte le epoche una sfida tra la giocatrice numero 1 del mondo (o comunque TOP) ed un atleta maschio non così forte da rendere la partita ingiocabile. A tavolino attorno agli anni ‘70 si ipotizzò addirittura che la donna n. 1 potesse competere con l’uomo n. 200. Questa è già una presa di responsabilità tecnica che doveva essere confermata dall’andamento del match. La valutazione era sbagliata!
Ad oggi diversi incontri più o meno seri si sono susseguiti tra la noia e il disinteresse del mondo sportivo e i risultati (tranne il secondo match veramente troppo impari a favore del sesso femminile, Bobby Riggs pensionato 56enne - Billie Jean King n1 - 20 settembre 1973) sono stati sempre in modo schiacciante a favore degli uomini! Sempre! Proprio e soprattutto per la natura del quesito, ancora oggi il dubbio rimane.
Le donne possono competere nello sport con gli uomini?
Molto, molto difficile paragonare le capacità fisiche di uomo e donna utilizzando uno sport così evoluto e sofisticato come il tennis in cui tecnica e forza (una dipendente dall’altra) hanno un peso estremamente elevato sulla performance. E’ nella natura delle cose che dove la forza determina il risultato diretto o tecnico l’uomo, per una semplice supremazia ormonale, sia superiore! Il discorso invece cambia e si fa interessante quando al tennis si sostituisce una attività sportiva più “semplice”, dove la forza e la tecnica non hanno il peso che rivestono nel tennis.
La corsa ad esempio!
E nella corsa? Le donne possono competere con gli uomini?
Correre è stato ad un certo punto della vita della nostra specie la risposta al rischio di estinzione. L’uomo è sopravvissuto al proprio mutamento grazie al fatto che si è scoperto essere resistentissimo e performante nella corsa, questo non solo nei soggetti apparentemente migliori ma in ogni elemento della tribù! Oltre agli uomini nel pieno del vigore, correvano e a lungo, per cacciare, anche donne giovani e meno, anziani e bambini.
Tutti! Correvano tutti! E correvano tutti insieme perché solo così sarebbero sopravvissuti! Allora forse la disciplina sportiva che davvero potrebbe scrivere la parola fine a questa lotta tra generi e, perché no, stabilire una miracolosa parità è la corsa di resistenza. Quella corsa estrema e difficile che nella nostra società sofisticata e sintetica si esprime nelle gare di endurance su strada o fuori strada, su distanze che variano dai 40 ai 300 km. Infatti, come dicevamo, è in questo genere primitivo di gare che si riscopre l’essenza dell’uomo! Si parla di gare in cui esiste un word record o comunque una migliore prestazione mondiale, ma anche di gare in cui esiste solo una classifica. Una classifica assoluta che quindi metta uomini e donne nella stessa schermata di computer!
A ben guardare, gare epiche come UTMB, LUT, TOR DE GEANT, 100 km DEL PASSATORE, HARDROCK 100 vedono ormai da qualche anno donne che competono per posizioni significative della classifica finale!
Nel 2010 Diana Finkel si è classificata al 2° posto della Hardrock 100! Per rimanere più vicini a noi nell’edizione della 100 km del Passatore del 2016 Sustic Nikolina è salita sul gradino più basso del podio mettendosi dietro il 99% degli atleti maschi iscritti alla stessa gara!
Le donne sono resistenti, sanno soffrire e le qualità muscolari e metaboliche sulle quali possono contare risultano ottime per questo tipo di competizioni! E cosa succede se analizziamo la maratona, competizione di resistenza che racchiude in sé la bellezza della sfida suprema e la necessità di tecnica e competenze specifiche? Anche in questo caso, nonostante le classifiche siano rigorosamente separate, scopriamo che stilando una classifica overall molte donne entrerebbero nella top 30!
Quindi gli uomini batteranno sempre le donne?
La cosa più interessante dal mio punto di vista è che la distanza tra i top runner maschi e femmine non è stata nel tempo sempre la stessa! Nel 1967 quando si ha memoria di un risultato attendibile di una donna sulla distanza il divario tra maschi e femmine era di 57’ 51 (Derek Clayton 2:09:36.4, Anni Pede-Erdkamp 3:07:27.2), effettivamente un’eternità!
Oggi (Eliud Kipchoge 2h01'39, Paula Radcliffe 2h15'25) il gap di è ridotto a 13’ 46”.
In termini percentuali si è passati da un +44% ad uno strettissimo +11%! Mi sembra chiaro che il genere maschile esca vincitore dal confronto, ma la distanza è veramente piccola e soprattutto il trend pare che induca a pensare che in un prossimo futuro la distanza possa essere ulteriormente ridotta. La domanda interessante ora potrebbe essere: potrà mai arrivare un punto di parità assoluta? La storia ha assegnato alla donna un ruolo assolutamente secondario nelle vicende sportive moderne relegandola a comprimaria di certe discipline e negandole addirittura il diritto di partecipare alle gare ritenute non in linea col suo ruolo sociale di madre e moglie. Per capirci la Maratona di New York è stata aperta alle donne solo nel 1971! Come abbiamo visto dal momento in cui l’emancipazione femminile è arrivata a consentir loro di accedere liberamente alla vita sportiva professionistica in tutte le discipline i risultati sono in continua positiva evoluzione!
La caccia all’uomo è aperta!!!
Le prendete pure a scacchi, và.