
Articolo del 15 Ottobre 2019
Ebbene si... Anche la stagione 2019 è conclusa!
A qualcuno può suonare strano visto che a breve ci saranno appuntamenti importantissimi (in particolare in ambito podistico), ma, come si dice, da qualche parte si deve pur cominciare, ed io ho deciso che formalmente, per la mia attività, la stagione nuova inizia il 1° ottobre di ogni anno.
La decisione in sé sembra banale o ovvia, ma nasconde un’infinità di scelte tecniche ed organizzative che rende questo periodo fondamentale per l’attività di allenatore. Con ogni atleta è il momento di tirare le somme.
L’analisi della stagione terminata, fatta in modo sincero e condiviso, è la base migliore su cui costruire il futuro. È il momento di capire se gli strumenti utilizzati nel corso della preparazione 2019 sono stati efficaci oppure, come talvolta accade, vanno in parte sostituiti da attività differenti. È il momento di rimodulare gli obiettivi a lungo termine e aggiornare quelli a breve e medio. Soprattutto è il momento di verificare il rapporto tra allenatore e atleta. La loro perfetta sintonia è una delle forze trainanti dell’attività sportiva, e per gli amatori è il vero plus di non essere soli nel loro percorso!
Risulta quindi fondamentale fare una sorta di bilancio reciproco su cui gettare le basi per nuovi successi.
Collaborare anno dopo anno rende certamente il rapporto speciale: raggiungere insieme obiettivi, affrontare insieme le difficoltà e poi gioire insieme al traguardo. Dover decidere insieme quali gare scegliere, come gestire gli impegni famigliari, dove trovare quel quinto allenamento che sembra proprio non starci. Farlo gara dopo gara rende tutto ancora più significativo. Qui ho raccontato la storia di Renato e quella di Nearco, amatori come tanti, che non solo hanno creduto in un sogno ma che hanno lavorato duramente per raggiungerlo. Ogni atleta ha una storia speciale e far parte di quella storia è la parte migliore del mio lavoro.
Dopo decenni di esperienze sportive, anche molto diverse tra loro, credo fermamente che atleta e allenatore in qualche modo si scelgano! Ho fondato la mia attività attuale, da coach libero professionista, sulla trasparenza e fiducia reciproca e perciò settembre è il momento canonico in cui termina il “contratto annuale” che mi lega all’atleta e contemporaneamente è possibile, auspicabile ma non scontato, che incominci una nuova fase di collaborazione. A volte è giusto che l’atleta inizi a “camminare” da solo, a volte che abbia bisogno di trovare altrove nuovi stimoli. Anche questo è parte integrante di un percorso, anche questo fa parte del mio affascinante lavoro.
Scegliere il proprio coach è un diritto sacro degli atleti, ma anche un dovere sportivo. Non dare per scontato che vada comunque bene ma credere che il rapporto si possa migliorare è il primo e magnifico sintomo che la motivazione è alta, la disponibilità al sacrificio pure e la voglia di scuse zero.
E se dopo aver tirato le somme si riparte insieme, si imposta un periodo d'allenamento basato su allenamenti aspecifici. Basso volume e bassa intensità per la rigenerazione muscolare e mentale.
Mentre si apre il cassetto per tirar fuori un nuovo sogno!
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