
Articolo del 11 Aprile 2020
Nella settimana che si sta concludendo, tra lockdown, dichiarazioni del governo, web call e pizze di famiglia, si sono celebrate due ricorrenze significative: la Giornata Internazionale dello sport (il 6 aprile) e la Giornata Mondiale della salute (il 7 aprile).
Che senso ha celebrare la giornata mondiale dello sport nell’anno in cui lo sport non si può praticare? Questa domanda mi gira per la testa da quando ho letto un articolo tra le cui righe si recita: “il 6 aprile sarebbe stata la Giornata Internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, in ricordo dell'inizio delle prime olimpiadi moderne ad Atene nel 1896”. Come sarebbe?
“il 6 aprile sarà (è ed è stata) la giornata internazionale dello sport...”. Quel giorno è stato, quest’anno più che mai significativo.
Celebrare lo sport quando a causa del Coronavirus lo sport è fermo
Oggi che non possiamo praticare lo sport. Oggi che facciamo fatica a vedere un futuro sportivo. Quando tutto sembra zero, perché zero sono gli allenamenti, i litri di sudore, i chilometri percorsi, le montagne scalate e le piscine nuotate, rimane, appena spolverando la superficie, l’essenza dello sport!
Rimane, per chi è atleta vero, la resilienza, le qualità organiche, la disciplina (che aiuta anche gli altri), il coraggio. Per chi ancora non è atleta, ma è stato sorpreso da questo #virusdimerda nella fase classica di “incomincio lunedì”, il miraggio e la speranza che, una volta riavviato il calendario, da lunedì, appunto, si potrà finalmente cambiare vita grazie allo sport! In realtà la forza inarrestabile dello sport risiede nella mente delle persone.
In un momento in cui lo sport praticato, ogni evento, spettacolo sportivo è stato cancellato, nella nostra società le tracce di sport nel senso più elevato del termine sono evidenti e illuminanti! Gli sportivi hanno “deposto le armi”, palloni, racchette, sci, mazze e biciclette sospesi in uno scatto senza tempo (fino a che l’orologio del mondo ripartirà) ma l’anima, la vera essenza dello sport non si ferma! Chi è abituato ad allenarsi duramente e gareggiare in modo leale, rappresenta quella parte della società che è in grado di rallentare, abbassare il numero dei giri. Quella parte di società che non perde la lucidità necessaria ad avere una qualità della vita buona ed essere anche trainante o di supporto per tutti quelli che con lui hanno la fortuna di condividere spazi e tempo. Le persone di qualsiasi età ed estrazione sociale che si sono formate il carattere grazie all’attività sportiva, ed hanno capito e scelto di incarnare i valori che lo sport rappresenta, sono esempi lucidi e potenti di come rispettare le regole e resistere in momenti difficili!
Esempi di come ci si debba inventare un modo coerente, nuovo ed a volte creativo per rimanere in forma, mentre si riordina la propria attività lavorativa e contemporaneamente essere a disposizione dei figli che devono seguire le video lezioni scolastiche confrontandosi con un mondo (quello dei professori) che sembra essere parallelo e sfuggente. Non facciamoci fregare! Gli sportivi di cui parlo non sono necessariamente quelli che corrono veloci o pedalano come dei robot! Non giocano solo in serie A o vincono Ironman, gli sportivi di cui parlo possono affogare la loro passione in terza categoria o essere ripescati dopo un lavoro degno dei RIS di Parma (cit.) al 1430° posto della maratona di Reggio Emilia!
Sono soggetti che non si lamentano della situazione, ma cercano soluzioni. Non cercano scuse per il culo che si appesantisce ma, in attesa di tempi migliori, cambiano outfit e modificano l’angolo del selfie! Lo sportivo, quello vero, non gradisce essere confuso con lamentoni o furfanti muscolati e possibilmente abbronzati. I più “grandi” insegnano che proprio in questi momenti di estrema difficoltà si deve dare di più. Magari in modo non convenzionale, ma sicuramente di più. Non credo sia un caso che siano innumerevoli gli sportivi che in tutto il mondo hanno donato soldi a vantaggio di chi ne ha bisogno! Da Federer a Ronaldo fino ai singoli amatori, società sportive e testate giornalistiche, senza più riuscire a tenere il conto. E di casi simili ce n’erano anche prima, sia chiaro, come chi ha investito milioni di dollari per costruire scuole in ghetti americani dimenticati da Dio e dai politici o si è imbarcato sulla prima ONG disponibile per recuperare relitti umani rifiutati da stati e ideologie, compiendo con forza, capacità e determinazione il proprio compito di sportivo… DARE L’ESEMPIO!
L'OMS, il benessere e la salute ai tempi del Coronavirus
La giornata mondiale della salute, dal 1950, viene celebrata a ricordo della fondazione dell'organizzazione mondiale della sanità, OMS. In questi giorni ognuno di noi ha sentito parlare di Organizzazione Mondiale della Sanità in merito a strategie e valutazioni di rischio da Coronavirus. In realtà questo organismo mondiale dovrebbe essere riconosciuto da tutti noi come l’editore del dizionario del benessere, dizionario che, come spesso accade, dovrebbe essere tenuto sempre a portata di mano sulla scrivania. Secondo la sua Costituzione, l’obiettivo dell’Organizzazione è “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute", definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. Nel corso degli anni la definizione di benessere si è modificata per rispondere al meglio alle esigenze di chiarezza e completezza che la società attuale richiede. Di benessere ne ho parlato tante volte, soprattutto in termini di prevenzione.
"Lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società".
Mi piace questa definizione (tratta dal rapporto della Commissione Salute dell'Osservatorio europeo su sistemi e politiche per la salute) perché descrive un’idea forte e ampia di ciò che sia il benessere. Non si limita a declinarlo come la sola mancanza di malattia, come accadeva nella prima definizione dell’OMS del 1948, ma aggrega una serie di fattori che rendono il benessere un elemento culturalmente importantissimo e riconoscibile della nostra società!
Il mio impegno per diffondere l’idea che sia essenziale per ognuno di noi tendere al benessere è continuo. Certamente gli elementi che più di tutti sostengono questa idea di benessere sono alimentazione e attività sportiva, come confermano le strategie principali dell'OMS. Tantissime risorse sono state destinate a rendere consapevoli tutti i popoli della necessità di avviarsi insieme verso stili di vita cosiddetti sani che prevengano in modo efficace quelle patologie acute e croniche che ad oggi sono le principali cause di morte nel mondo occidentale e che tra non molto lo saranno per l’intera umanità. Queste strategie sono volte a portare l’essere umano verso una condizione di benessere che per definizione è un luogo accogliente e positivo in cui riusciamo ad esprimere il meglio di noi grazie all’utilizzo corretto dell’alimentazione. A completamento dell’azione di una sana e sostenibile alimentazione c’è l’attività sportiva che deve rendere il nostro corpo forte e resistente tanto da sopportare senza stress sostanziali una quotidianità sempre più frenetica e competitiva come quella attuale e renderci capaci di dare il meglio in ogni situazione lavorativa, ludica, familiare e sociale.
Alimentazione e sport contribuiscono concretamente a prevenire (malattie cardiovascolari), curare (obesità), supportare (attività quotidiane), incrementare (performance).
Dalla sinergia perfetta di questi due elementi possiamo dunque ambire a vivere una vita sana ma anche gratificante!
L’OMS ha un obiettivo preciso: cambiare lo stile di vita delle persone per farle vivere più a lungo e in salute.
Festeggiare la Giornata Mondiale della Salute e dello Sport significa ricordarci che sono le nostre scelte a fare la differenza, le scelte che ci portano al benessere e quelle che ci fanno resistere quando è necessario. Anche in un momento come questo la differenza possiamo farla noi, se ci comportiamo da atleti, quando si allenano e mangiano correttamente e quando, non potendolo fare, fortificano la mente e danno l’esempio.
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