
Articolo del 14 Maggio 2021
Sono arrivato a Cesena nel 2008 assieme alla pallavolo di serie A in qualità di preparatore fisico (non ero venuto a correre!) e mi sono fermato per 5 anni. In questo tempo ho lasciato il taraflex e la palla blu e gialla per dedicarmi in modo esclusivo al mondo “sport e salute”, declinando l'allenamento e la riabilitazione a misura di atleti di alto livello e di pazienti anziani ed un po' acciaccati.
Nel 2013, io e Giò46percento, conosciuta sul suddetto taraflex e con la quale nel frattempo ho costruito una famiglia, ci siamo trasferiti a Reggio Emilia per rispondere, in modo un po' folle ma consapevole, alle domande che la vita in quel momento ci poneva.

Da quel lontano 2008 la mia attività si è sviluppata, intensificata e si è riempita di mille eventi, atleti, amici, gioie e perdite sanguinose (sì… sono necessarie anche quelle). Ho continuato a conoscere, studiare e imparare, come credo debba fare qualunque bravo professionista. Poi nel 2019 io e Gio46percento siamo tornati a vivere a Cesena, per rispondere, in modo un po' folle ma consapevole, alle domande che la vita in quel momento ci poneva (sì… anche io mi auguro che d’ora in avanti le domande siano leggermente meno impegnative).
Ho avuto ed ho tutt’oggi, quindi, il privilegio di un punto di vista da insider nel mondo dello sport e della salute. Dopo anni di lavoro in ospedale mi trovo a leggere le dinamiche sportive come dinamiche di benessere (da cui deriva la performance), e dopo anni di allenamento agonistico mi trovo a pensare ai pazienti come a sportivi, che devono superare se stessi per ottenere la loro miglior perfomance (che coincide con la salute).
Spesso ho modo di riflettere e confrontarmi con professionisti di alto livello e vedere tanti e differenti modi di interpretare la cultura del benessere. Credo di poter affermare quindi di avere un occhio allenato alle questioni che riguardano la salute, sia in senso stretto sia in senso lato.
A questo occhio “allenato” non è sfuggito il cambiamento che il territorio di Cesena ha compiuto mentre io, ignaro, girovagavo per l’Emilia, storicamente rossa e sportiva, per allenare, imparare e far crescere la mia attività. Nel panorama sportivo nazionale ora esiste una WELLNESS VALLEY!
Dalla Wellness Valley alle Terre del Triathlon
Il dato è oggettivo e altrettanto oggettivo è il fatto che questa valle della salute abbia il suo epicentro nel territorio cesenate! La sinergia tra una grande azienda leader nel mondo del Wellness come Technogym e le istituzioni, che evidentemente hanno sposato in maniera avanguardistica le idee di benessere e sport, ha fatto sì che potessero nascere tanti progetti concreti e fruibili dai cittadini. Gli eventi sportivi di alto livello si sono moltiplicati e differenziati, grazie allo sforzo di tutti. L’esempio più eclatante e vicino al nostro mondo dell’endurance è certamente l'Ironman di Cervia. Ma non c’è solo lo sport di alto livello.
In città i gruppi organizzati di cammino e corsa sono parte importante delle opportunità di svago e benessere offerte a tutti coloro che hanno deciso di alzarsi dal divano e cambiare stile di vita! In altre parole la città è piena di persone attive, o comunque lo è in maniera infinitamente maggiore di qualche anno fa. Tanti, non tutti atleti di prim’ordine, ma certamente in grande numero, e questa è condizione essenziale per stabilire il livello di benessere di un popolo. In questo periodo ho corso parecchio per le strade spesso sconnesse della periferia cittadina, ho accompagnato i cani in lunghe passeggiate, ho pedalato su strada e nei boschi e poi mi sono dilettato accompagnando Alberto (uno dei nostri 3 ragazzi!) in divertenti allenamenti da aspirante sportivo adolescente.
Il punto di vista privilegiato mi fa dire che a Cesena la consapevolezza sportiva in questo momento storico è decisamente alta! Consapevolezza dell’importanza di essere attivi, certo, ma anche consapevolezze più raffinate. Certezza dell'importanza della continuità. Non basta uscire a camminare una volta ogni tanto e magari anche in modo casuale, importante dare ordine e ripetitività all’allenamento. Per le strade di Cesena, a ben guardare, c'è chiaro anche un altro aspetto che spesso non viene compreso a fondo. L'attività motoria si deve fare, deve essere costante e soprattutto di buona qualità. L’allenamento deve essere metodico e qualitativo per dare risultati.
A Cesena si vedono cose che proprio prima non c'erano...
Ma la cosa che più mi ha colpito non sono state le amiche regolarmente a camminare ogni sera, nemmeno le bici da crono spuntate come funghi, nemmeno le divise rosa del Cesena Triathlon (che prima proprio non c’era)...
La cosa che più mi ha stupito è l'investimento che pare abbia fatto lo sportivo cesenate, soprattutto neofita, o comunque di “basso livello”, sulla tecnica di corsa!
Non avrei pensato di scrivere questo articolo se non fossi stato davvero colpito da questa evidenza tecnica. Apparentemente è un aspetto minuscolo di un’attività come la corsa che per definizione rappresenta l’essenza dello sport nell’immaginario collettivo di intere generazioni di occidentali.
In realtà la cura della tecnica di corsa è un’arte ormai trapassata remota, sopraffatta per anni dall’urgenza di correre, di allenarsi, di resistere, di essere performanti. In Italia, anche in realtà sportivamente importanti, territori in cui vengono organizzate maratone storiche o sedi di società di atletica centenarie che conosco molto bene, è veramente difficile trovare al di fuori dei circuiti mezzofondo/pista/top runner, una tecnica di corsa costruita correttamente.
Il popolo dei podisti nella quasi totalità dei casi è composto da sportivi con molto cuore, molti muscoli, passione, dedizione e spirito gladiatorio. Nessuno si dà il tempo di capire come si deve correre.
Normale chiedersi come si impugna la racchetta la prima volta che si entra in un campo da tennis, sembra essere assolutamente superfluo chiedersi come si muovono le gambe e come si appoggiano i piedi quando si comincia a correre, soprattutto se, come nella maggior parte dei casi, ciò avviene in età adulta o addirittura matura. Questo atteggiamento è semplicemente un po’ superficiale, nulla di serio, non fosse che la tecnica di corsa errata sia la causa dell'80% dei piccoli infortuni che affliggono i podisti. A Cesena la domanda “come si corre” ho notato che se la sono posta in tanti e soprattutto, questa è la vera notizia, qualcuno ha dato una risposta tecnicamente e culturalmente sensata.
Le istituzioni come dicevo, hanno messo a disposizione risorse di ogni genere per fare crescere il territorio dal punto di vista delle opportunità. Contestualmente molti professionisti del settore hanno approfittato di queste opportunità e risorse, dell'immagine stessa che la Romagna si è costruita, per migliorarsi dal punto di vista tecnico e investire sullo sport. Non a caso qui si corre meglio. Proprio qui da anni esistono professionisti che rispondono alla domanda “come si fa a correre”! Corsi e seminari per imparare a correre, in questo territorio, sono presenti da un po’ di tempo ed ora i risultati si vedono.
Vi garantisco… si vedono! Sono tangibili e sono la testimonianza sportiva e sociale dell’importanza dello sport in questa terra. E “come si fa a correre” per me lo sapete è una domanda certamente più corretta e utile di “quali sono le scarpe giuste” (come scrissi qui un po’ di anni fa).
Le foto di Cesena sono di Marco Balzani
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